STORIE DI ALLUVIONI BIBLICHE, PANINI, RISATE, SFIGA E PERCHÉ NO, DI MOTORSPORT.

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Premesso: il nostro gruppo, avrebbe avuto un gran bel nome che lo avrebbe ben rappresentato “Salita sfiga di vita”.

In questa storia, non si citeranno cognomi, ma solo nomi, bastano e avanzano, altrimenti, sfideremmo oltremodo Giove Pluvio, unico, vero, accanito avversario di questi quattro o poco più ragazzi di belle speranze dei primi anni 2000.

Vittorio, Enzo, Giuseppe S., Cataldo e come rinforzi, ma con le caratteristiche del titolare: Stefano e Giuseppe A.

Ormai l’emozione della Fasano Selva, non basta più e questo gruppetto di appassionati decide di esplorare nuovi orizzonti dove corrono le auto in salita.

Si parte per lo più la notte tra sabato e domenica per arrivare sui posti delle gare, nelle prime ore della domenica.

Animatori del gruppetto, gli inossidabili Giuseppe S. e Cataldo, le loro battute riducono il ventre di ognuno di noi in un insieme di crampi, difficili da smaltire. Il loro umorismo, viene prontamente supportato da quello, meno fragoroso, ma più sottile di Enzo che funge da rifinitore dell’azione: in due parole, si ride in continuazione. Solo alcuni momenti di sonno e stanchezza, interrompono lo show, ma è normale, si è reduci da una lunga settimana di lavoro. Dai finestrini intanto guardi i paesini che dormono usando i monti come cuscini, tu cerchi di rimanere sveglio per fare compagnia, ma spesso, non ce la fai.

Si arriva alle gare, dieci minuti per risvegliare i muscoli e ti accoglie una limpida giornata che ti riempie il cuore e ti fa già pregustare le staccate al limite sotto il sole più caldo, ma…

Sempre lui, Giove Pluvio, spesso ha poco da fare di domenica e preferisce accompagnare i baldi giovani di cui sopra, alle gare, quasi fosse un padre protettivo che non vuole proprio lasciarli, come non dargli torto, sono così giovani. Insomma, spesso, i malcapitati ragazzi, non hanno fatto quasi in tempo a chiudere le comunicazioni telefoniche con le rispettive famiglie o compagne e pronunciare la fatidica frase: “Qui è una bellissima giornata!“ che nuvoloni, accorsi da ogni dove, s’incontravano, alcuni di essi, non si vedevano da anni e organizzandosi, riversavano sulla zona della gara, alluvioni di dimensioni bibliche, che solo Noè conosceva.

Ma la passione era forte, così come, la voglia di mangiare. Faticosamente, si avanzava per trovare il punto dove si sarebbe vista la gara e le schiene dei ragazzi, gridavano vendetta a causa del peso degli zaini, poggiati su di esse. Ognuno li riempiva di panini, in base ai propri gusti, famosissimi e rinomati, quelli di Vittorio, farciti con l’aggiunta di sottoli in quantità. Che sapore avevano, quei panini, circondati dagli odori delle benzine racing!!!

Ognuno di loro però, finite le scorte alimentari, confidava nel premio finale, quello che li aspettava al ritorno a casa, come un trofeo di fine gara: la famosissima “mattonella“ di pasta al forno che mamme o compagne, gli avrebbero riservato.

Quando le fasi di gara erano più blande, si pensava a tutto, tranne che alla circostanza per cui si era li, ne è testimonianza, un famoso filmato, curato da Giuseppe A, in una mitica Rieti Terminillo, in cui, buona parte della pellicola, fu destinata a documentare con assoluta fedeltà, la parte anteriore di una bella ragazza, col rumore delle auto da corsa a fare da colonna sonora.

Ma quando le Supersalita facevano sul serio, l’atmosfera tra il gruppo si faceva era ancora più seria. Non si parlava, per non deturpare neanche un istante di quel bellissimo suono dei motori. Tra loro, addirittura, qualcuno arrivava a sentire sensazioni paragonabili all’orgasmo, esagerato? Non direi.

Mai una gara dal meteo intermedio, o ci si bruciava al sole o si tornava a casa con i corpi dal peso specifico aumentato a dismisura da quantità inimmaginabili di molecole d’acqua piovana.

Ma tornando a casa tra le risate e la fatica che affogavano nella forte stanchezza, si faticava avvolte a riprendersi la propria routine nella mente, perché in quella giornata dedicata alla nostra passione più grande, avevamo vissuto ore preziose della nostra vita, da custodire, raccontare ogni volta che ci si vedeva, e magari da scrivere, come in quest’occasione. Tante gare, momenti che si sovrappongono, ma quando quei quattro o più ragazzi, nell’età della vecchiaia, sentiranno qualche sintomo di reumatismi, forse li accetteranno più volentieri, pensando alla possibile causa che glieli ha provocati.

Tutta colpa di questa passionaccia per le corse!!!

 

                             Vittorio Zigrino