Il titolo di questa rubrica: “SEDUTI SUL MURETTO”, mi ha spinto a scrivere queste poche righe che narrano una delle mie tante esperienze vissute per amore dello sport.
La fine degli anni settanta, il Campionato Europeo della Montagna, fra le prove valide, contava due gare del Sud (Coppa Sila ed Abriola Sellata) che si alternavano nella titolazione un anno si ed uno no. Nel 1979, la titolazione spettava alla gara lucana dell’Abriola/Sellata.
Allora decisi di assistere a questa gara fuori dalla mia regione. In quei tempi non c’era internet per le informazioni varie sul programma, ma principalmente sugli orari dei mezzi pubblici per raggiungere una località (io non avevo la macchina).
Alle cinque del mattino presi un trenino (famosa Littorina) da Cosenza a Metaponto. Alle ore 13.00 presi un treno che da Metaponto mi portava a Potenza Città.
Non avevo idea di dove si trovasse il percorso di gara. Presi l’elenco telefonico e cercai il Presidente dei Cronometristi di Potenza per cercare un passaggio da loro, che andavano a fare servizio di cronometraggio. Fortunatamente proprio nel pomeriggio di Venerdi, lui stesso insieme a due colleghi li trovai alle verifiche e mi associai a loro per poter raggiungere il percorso di gara e precisamente il famoso ultimo tornante.
Questo posto è sempre stato il posto prescelto dai veri intenditori delle gare in salita. Il tornante era strettissimo e non tutti lo giravano al meglio, anzi qualcuno era costretto a fare manovra. Ma la caratteristica che più mi ha colpito è sintetizzata nelle due foto: ” IL MURETTO “. Quando le vetture transitavano sotto di noi (siano esse la 700 di Lucio Casciaro o la Porsche di Jean Marie Almeras), quasi quasi volevamo lanciarci sopra di esse per raggiungere insieme il traguardo.
Ammiravamo le vetture non solo con gli occhi, ma anche con i piedi, talmente ci sporgevamo da quel ” MURETTO “.
Franco Molinaro
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