Il pronostico…

aymol

Correva l’anno 2007 e io, appena 13enne, iniziavo ad appassionarmi in modo incredibile alle corse, anche se inevitabilmente facevo parte dell’ambiente dal giorno in cui sono nato…

Arrivò il mese di Luglio e la trasferta era di quelle importanti: la Rieti-Terminillo.
All’epoca la Coppa Carotti era una cronoscalata al top, con tutti i migliori piloti del panorama europeo impegnati a scalare la vetta, era una tappa dell’europeo.
Io, da grande tifoso di Iaquinta, ero curioso di vedere come sarebbe stato il confronto con i vari Bormolini, Baldi e company, ma soprattutto come sarebbe stato il confronto con quello che era considerato il pilota più forte in circolazione: Ander Vilarino.

Si perché quello era l’anno di esordio delle formula in salita e Rosario andava forte ma quelli dell’europeo, correvano con quelle macchine da anni e anni.
Il venerdì fu’ un fare foto in stile turista… c’erano macchine che avevo visto solo nei videogiochi ed essendo io con mio papà Franco, con il team dell’altro Molinaro, Eugenio, me ne andavo girando con il quad insieme ad un amico che purtroppo non c’è più…

Giravo su e giù per il paddock e cercavo, cercavo…

Immaginavo già un gigantesco bilico blu e bianco, ma mi resi conto che ciò che cercavo, era su un carrello coperto.
Avete capito di chi stavo parlando? Si proprio lei, la mitica BMW 320 Judd di Georg Plasa che avevo visto solo nei video delle gare tedesche. Rimasi estasiato… non capivo come quella potesse essere una macchina, sembrava  un’astronave!!! Non vedevo l’ora di sentirla suonare.

La domenica insieme a mio papà, ad “I Mitici” e al “Re” Michele, me ne andai in quel di Pian di Valli. C’era tanta di quella gente che onestamente non ricordo se poi ne ho più vista così in una curva.
Noi eravamo proprio sul muraglione che accompagnava la destra. Il ricordo più belli di quei tempi è che non importava a quale gara fossimo, o quale fosse la curva, semplicemente si teneva il cronometro in mano
e si prendevano i tempi. In breve, a Rieti eravamo in 5, avevamo 5 cronometri. Durante l’attesa dello start, decidemmo di fare un pronostico sulla classifica finale con relativo tempo.
Ora, stiamo parlando di veterani delle cronoscalate e di me, un ragazzino di 13 anni, il pronostico per la vittoria sembrava abbastanza chiaro: Vilarino su tutti.

Ma l’attenzione si focalizzò su che tempo avrebbe fatto Plasa, io fui molto deciso: 4° assoluto e fa 57.

Potete immaginare come mi presero in giro, era un tempo da Formula, da prototipo, e soprattutto 4° assoluto
sembrava un tantino azzardato, ma quel giorno parlò come sempre il cronometro. Georg chiuse 4° assoluto in 58.
Ero contentissimo, quasi l’avessi fatto io quel tempo e quando andammo al parco chiuso, mi diressi subito da lui per dirgli che pronostico avevo fatto. Lui mi guardò e mi disse: Peccato che non ho fatto 57 allora…

E sorrise… Da quel giorno, in ogni paddock, su ogni campo di gara, abbiamo sempre riso e scherzato insieme, anche quella mattina, prima della fine, avevamo scherzato, come da abitudine…

Penso sia stata la persona più vera in questo ambiente e quando ho letto di questa rubrica, il primo episodio che mi è venuto in mente è stato questo.
Grazie.

Ayrton Molinaro